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Festa don Bosco e consegna diplomi di maturità

Quest’anno non ho vissuto la giornata dedicata a Don Bosco come l’ho trascorsa negli ultimi 5 anni: non ho passato l’intera giornata a
scuola con i miei compagni di classe e non ho festeggiato con loro e i professori nel cortile gremito di studenti. Ma nulla ha impedito a
me e molti altri di “tornare a casa” per una delle ricorrenze che contraddistingue da sempre la scuola salesiana da tutte le altre.
Rivedere compagni e professori è stato un tuffo nel passato, che per noi ex allievi rappresenta comunque una parte integrante del
nostro presente: è stata un’occasione per aggiornare i professori sulla nuova strada da noi intrapresa qualche mese fa e per rivedere le
persone che hanno “camminato accanto a noi” nel percorso che ci ha portato alla maturità. Abbiamo preso tutti sentieri diversi,
consapevoli però di avere alle nostre spalle tanti momenti di condivisione (sia di gioie che di tristezze) che in qualche modo costituiranno
sempre un legame profondo tra di noi. Siamo arrivati insieme all’Esame di Stato e abbiamo ritirato insieme il nostro diploma durante la
consueta cerimonia di consegna: uno alla volta abbiamo finalmente potuto stringere tra le mani il documento che testimonia il nostro
impegno e il raggiungimento di uno dei primi obiettivi per la costruzione del nostro futuro. Ricevere la tessera degli ex allievi ha
ufficializzato la nostra appartenenza alla scuola salesiana, che per ogni studente va oltre i 5 anni (per qualcuno 8, se non addirittura 13)
trascorsi all’interno delle mura scolastiche, e sfogliare le pagine dell’ultimo annuario in cui figura la nostra foto di classe è stato
sicuramente un modo toccante di rivivere molti ricordi.
Dopo la cerimonia di consegna si è tenuta la S. Messa dedicata a San Giovanni Bosco: in qualità di ex allieva quest’anno non l’ho seguita
dagli spalti della palestra dedicati alle classi dell’istituto accompagnate dai rispettivi coordinatori, ma nei posti dedicati a chiunque,
esterno alla nostra scuola, desideri prendere parte all’evento. Devo ammettere di aver provato un sentimento simile alla nostalgia, ma
allo stesso tempo accompagnato da un senso di appartenenza ad una grande famiglia, all’interno della quale sono sempre certa di poter
trovare un punto d’appoggio, un supporto ed eventualmente un consiglio nei momenti di difficoltà, ma anche in quelli di dolce
spensieratezza.
La celebrazione è stata presieduta da Mons. Andrea Turazzi, Vescovo di San Marino, che nella predica ha lasciato a tutti noi un
messaggio che dovremmo richiamare alla memoria nei momenti in cui pensiamo di non farcela e in cui ci sentiamo sopraffatti da una
quotidianità movimentata e ricca di impegni: “Date il meglio di voi stessi in ogni occasione e non lasciate che sia lo specchio a definire chi
siete”. Ognuno di noi è una singolarità irripetibile e il nostro scopo non deve essere raggiungere degli standard prefissati per noi da
qualcun altro, né tantomeno realizzare quello che pensiamo che la società voglia da noi, ma valorizzare quell’unicità che ciascuno è in
grado di portare al mondo. Un’unicità che all’interno della scuola salesiana ho capito di dover proteggere e coltivare. Per il momento
conclusivo della celebrazione, abbiamo intonato tutti insieme “Giù dai colli”: cantare a squarciagola il ritornello è una tradizione
irrinunciabile di questa festa; le nostre voci si fondono in coro riempiendo completamente l’ambiente. Essere ex allieva non mi ha fatta
sentire meno parte di ciò che ho vissuto: l’intensità delle emozioni è stata la stessa di sempre, ho rivisto la me stessa di appena un anno
fa negli studenti e sapere di essere parte di tutto questo non può che rendermi orgogliosa e farmi sentire immensamente fortunata.
Chiara