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“Progetto Letterevive”: un modo nuovo di fare letteratura

di Elisa Nanu, 4scA

Con il suo “progetto Letterevive” il professor Riccardo Moratti, docente presso l’istituto Salesiano Don
Bosco di Treviglio, ripropone in modo originale, nelle scuole e nei teatri, le opere che sono motivo di
orgoglio per la nostra letteratura.
In particolare, tra gli autori che hanno segnato più profondamente la storia e che quindi meritano di essere
celebrati e ricordati, troviamo il “sommo poeta”, Dante Alighieri. Il progetto teatrale promosso dal
professor Moratti si dedica dunque in modo particolarmente approfondito alla lettura della Divina
Commedia: un viaggio verso il regno celeste, passando attraverso le pene dell’inferno e le penitenze del
purgatorio, raccontato in un monologo coinvolgente e arricchito con proiezioni e con musiche realizzate dal
maestro Gabriele Bazzi Berneri.
In occasione della quattrocentesima replica, tenuta proprio al Centro Salesiano di Treviglio di fronte agli
studenti delle quarte superiori, il professore risponde ad alcune domande con cui si racconta non solo
come insegnante, ma anche come appassionato e studioso.

Come è nato il suo progetto?
Il progetto è nato nella mia mente come desiderio intorno al 2007-2008, quando insegnando Letteratura a
scuola mi rendevo conto che per far gustare pienamente agli studenti i grandi capolavori bisognava cercare
di inventare strade nuove. In quel periodo lavoravo anche in teatro; lasciandomi ispirare da alcuni
spettacoli e monologhi a cui avevo assistito dal vivo, mi è venuta questa idea. Ho iniziato a pensarci e a
formarmi, seguendo appositi corsi di recitazione. Il passo successivo è stato mettere insieme parole,
elementi teatrali e musica. A scuola il progetto è partito concretamente solo qualche anno più tardi, nel
novembre del 2013, con le mie classi e quelle di un collega. Inizialmente ho usato musiche di sottofondo
prese in rete, poi, man mano che il progetto è andato avanti e ha iniziato a girare in varie scuole e in diversi
teatri, dal 2016 mi ha affiancato nel lavoro Gabriele Bazzi Berneri, compositore e amico con cui ho studiato
musica, che ha iniziato a realizzare colonne sonore appositamente composte sui testi scritti da me.

  • È possibile conciliare l’insegnamento scolastico con rappresentazioni di questo genere?
    Non solo è possibile, ma è auspicabile. Spesso si associa l’idea di insegnamento esclusivamente alla classica
    lezione frontale, ma se andiamo a verificare, a distanza di tempo, cosa tali lezioni abbiano lasciato agli
    studenti in termini di conoscenze e competenze, ci rendiamo conto che spesso ben poco è rimasto, una
    volta archiviata la verifica o l’interrogazione su un determinato argomento. Quando invece
    l’apprendimento arriva attraverso un’attività che punta non solo sull’approccio razionale, ma anche su
    quello emotivo, sfruttando oltre il canale verbale anche quello visivo e uditivo, si verificano risultati più
    significativi e duraturi, oltre a una positiva empatia che non fa che migliorare il rapporto docente-studente,
    facilitando il lavoro anche nel corso delle ore di lezione più tradizionale.

-Oltre a Dante Alighieri affronta anche altri autori con le rispettive opere?
Nel corso degli anni abbiamo lavorato anche ad altri capolavori della letteratura. Attualmente proponiamo,
oltre alla Divina Commedia, l’Orlando Furioso di Ariosto, I Promessi Sposi di Manzoni, l’Odissea, la poesia di
Ungaretti (Vita d’un uomo) e Se questo è un uomo, di Primo Levi.

-Che tipo di lavoro o ricerca necessita una sua rappresentazione?
Ciascuna produzione parte da un accurato lavoro di studio e approfondimento dell’opera in questione,
oltre che della vita dell’autore. Si passa dunque a operare una scelta sui temi e, conseguentemente, sui
passi da proporre. È questa una fase molto delicata e in parte sofferta, dato che, volendo presentare
un’intera opera in non più di un’ora e mezza, sono necessari tagli notevoli, e spesso è davvero difficile
decidere a cosa rinunciare. Definito il testo della lettura, il materiale viene registrato e passato a Gabriele
Bazzi Berneri, che realizza sul parlato le musiche che accompagneranno le rappresentazioni dal vivo: un
lavoro complesso e articolato che richiede molte settimane di lavoro. L’ultima parte della produzione è
relativa alla realizzazione della proiezione video: è necessario ricercare e selezionare immagini che poi
vengono rielaborate graficamente, anche con l’aggiunta di scritte. Il risultato è generalmente una raccolta
di slide animate che in alcune produzioni arriva a metterne in fila anche più di cento.
Una volta prodotti il testo e la presentazione audio-video, bisogna poi pensare alla rappresentazione dal
vivo: memorizzazione dei testi, cura della dizione e della sincronia con le musiche. E poi tutto l’aspetto
tecnico, dall’allestimento e gestione dell’impianto audio e video al posizionamento delle luci. Per non
parlare di tutto ciò che riguarda la promozione e la gestione degli aspetti amministrativi… Ma per spiegare
tutto si andrebbe troppo per le lunghe!

-L’arrivo del Covid-19 ha influito su questo suo progetto?
La pandemia ha segnato per il nostro progetto una brusca e dolorosa frenata: dopo anni di fatiche per far
conoscere il nostro lavoro, infatti, nel 2020 ci aspettavano più di cento repliche in calendario, fra scuole e
teatro. Nel 2021, poi, eravamo pronti a cavalcare l’onda del centenario dantesco. Sappiamo invece come
sono andate le cose: scuole e teatri chiusi per quasi due anni. Nonostante questo duro colpo, però, non ci
siamo dati per vinti e abbiamo cercato di raggiungere comunque il nostro pubblico, nelle scuole e
direttamente nelle case, attraverso produzioni video anche in diretta streaming; tutto materiale che ancora
oggi è fruibile sul nostro sito e sul nostro canale YouTube. Soprattutto nei primi mesi della pandemia questa
attività ha dato risultati veramente insperati nell’intensità del rapporto instauratosi con chi ci seguiva da
casa e commentava i video in diretta. Spesso si trattava di intere famiglie, con bambini anche piccoli, che
aspettavano di settimana in settimana gli appuntamenti con l’Odissea, con la Divina Commedia, con i
Promessi Sposi.

-Crede che la letteratura dei secoli passati possa risultare più coinvolgente se interpretata da una figura
di riferimento come lei?
Questa è una domanda che sarebbe da rivolgere a chi mi ascolta! Io certo non sono “speciale”, ci
mancherebbe: tento di fare il mio lavoro di insegnante come tutti, con i pregi e i limiti che caratterizzano il
mio lavoro. Di certo, credo che la modalità con cui presento i classici possa essere utile a creare un
coinvolgimento maggiore rispetto a una lezione tradizionale (che poi comunque serve eccome, ma solo in
un secondo momento).

-Vi sono particolari aspetti relativi a questa sua iniziativa che rappresentano per lei una ragione di
orgoglio?
Più che di orgoglio, parlerei di soddisfazione; una soddisfazione piena e gratificante che provo quando, alla
fine di una lettura (capita spesso, fortunatamente) qualche studente si avvicina e mi ringrazia. Non succede
così, in genere, alla fine di una lezione in classe! Vuol dire che la letteratura a scuola può emozionare e
toccare nel profondo, e quando questo avviene, fosse anche per un solo studente, è davvero un momento
speciale.

Informazioni sul progetto, oltre a una raccolta di foto e video, sono pubblicate sul sito www.letterevive.it.