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Gita a Napoli 5 Classico

È vero: prendere il treno non entusiasma tanto quanto prendere un aereo, soprattutto se quest’ultimo è diretto a Napoli. Chiariamoci, nessun pregiudizio verso questa meravigliosa città, ma diciamo che quando uno pensa alla gita di quinta si proietta immediatamente in una qualche affascinante capitale europea, o per lo meno si proietta in uno Stato estero, immaginandosi già a praticare tutte le sue capacità comunicative di lingua inglese (e magari pure di spagnolo/francese). Comunque, anche se la nostra destinazione si trovava sul territorio italiano, sicuramente non sono mancate le conversazioni in “lingua straniera” e le conseguenti incomprensioni con gli abitanti del posto. 

Tornando alla gita, dopo un’ora di pullman e cinque di treno, finalmente abbiamo messo piede in terra partenopea.

Dopo aver scaricato i bagagli, abbiamo subito avuto modo di gettarci a capofitto in uno degli assi nella manica di questa città: la cucina. Dopo la pausa pranzo, abbiamo effettivamente dato il via alla parte artistica della gita visitando il Duomo di San Gennaro. Ed ecco il primo tratto distintivo di Napoli: il forte senso di appartenenza ai propri maestri. Forse ad occhi non abituati, come i nostri quando siamo arrivati, può sembrare esagerato, ma per i devoti si tratta di un senso di rispetto verso quei personaggi che hanno costruito la loro terra: S. Gennaro ne è un grande esempio. Durante la visita, infatti, è stato spiegato cosa succede quando avviene il miracolo della liquefazione del sangue del Santo. Ed effettivamente l’ammirazione e la devozione trasparse sono imparagonabili con quelle delle nostre manifestazioni religiose.

Mentre visitavamo alcuni tra gli altri più importanti luoghi di culto, come San Domenico, San Lorenzo e Santa Chiara, ci siamo trovati ad attraversare le vie più caratteristiche della città. È proprio in queste occasioni che si è espresso bene un altro tratto distintivo di Napoli: la vitalità. Infatti, ad animare la città non sono le voci dei turisti inglesi, francesi ecc.., ma è proprio il vociare in lingua napoletana che attira continuamente la curiosità dei passanti. A partire da chi cercava di vendere qualunque cosa, fino a quelli che semplicemente parlavano tra di loro. 

Uscendo dalla città, il secondo giorno, siamo andati a Pompei, famosa per il suo magnifico sito archeologico romano. Pompei è nota anche per la sua abilità nel mettere alla prova tutti i suoi turisti, anche quelli più determinati. L’assenza di ombre, posti a sedere e fonti d’acqua ed il caldo afoso ci hanno dolcemente accompagnato durante tutta la giornata, ma, nonostante la loro costanza, non sono stati abbastanza forti da compromettere la visita del prof. Zana, che, ancora una volta, è riuscito ad avere la meglio! Entrando e uscendo dalle varie strutture rimaste visitabili, non era difficile trovare decorazioni di ogni tipo, da quelle più sofisticate ed eleganti a quelle, invece, più vivaci e talvolta pure goliardiche. Ancora oggi, del resto, Napoli è estremamente famosa per la sua particolare vivacità artistica; infatti, tra murales, striscioni appesi ovunque, statuette di San Gregorio Armeno e le canzoni napoletane, arte e musica animano costantemente la città.

Nonostante la spietata pioggia del giorno seguente, grazie a una piccola sosta culturale alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara, abbiamo avuto modo di riconfermare l’anima artistica della città. Infatti, dopo aver visitato il Museo Archeologico, abbiamo visto uno degli esempi più spettacolari dell’arte partenopea: il Cristo Velato. La parte più curiosa, però, l’abbiamo scoperta durante la visita alla Napoli Sotterranea, grazie alla quale abbiamo ripercorso momenti fondamentali della storia di questa città che piano piano stavamo imparando a conoscere e apprezzare. Durante il percorso, tra un microcunicolo e l’altro, si sono rivelate delle meraviglie che i napoletani nascondono nei luoghi più improbabili, come il teatro Romano di Nerone. Forse questo più che riservato è stato inglobato, ma lasciandogli comunque il dovuto rispetto. Infatti oggigiorno si può ancora accedere ai camerini e ad alcune gallerie, passando da sotto un letto, una cosa decisamente unica al mondo! Ma le curiosità non finiscono qui, perché è proprio dalle vie sotterranee di Napoli che nasce anche la simpatica leggenda del Munaciello, un soggetto leggendario del folclore napoletano. Grazie a questa visita siamo arrivati a comprendere un altro aspetto unico di questa città: la sua straordinaria capacità di personalizzare e fare proprie anche le cose apparentemente meno particolari.

Ma la particolarità maggiore si è mostrata il giorno dopo a Caserta. Una reggia costruita su modello di quella di Versailles con l’intento di farla almeno tanto bella e maestosa come quella, finendo per farla addirittura migliore! 

La bellezza di questa città si è riproposta in tante forme diverse: l’ultimo giorno ad esempio, alla pinacoteca di Capodimonte abbiamo potuto apprezzare la bellezza di quadri unici, dai più ai meno celebri. Ognuno di noi è rimasto affascinato da questa città anche solo per una di queste singolari caratteristiche che la contraddistinguono. In particolare, per me è stato speciale e soprattutto divertente poter vedere nuovamente Napoli e riuscire comunque a rimanerne affascinata e sorpresa come fosse la prima volta. In più è stato davvero bellissimo passare del tempo insieme alla classe, compagni e professori, senza la solita formalità scolastica, perché si ha sempre modo di riscoprire delle persone veramente speciali. 

Sara